La riduzione del seno, o mastoplastica riduttiva, è un intervento chirurgico che ha lo scopo di ridurre il volume e il peso delle mammelle, migliorando la forma e la posizione sul torace. Si tratta di una procedura che può avere benefici sia estetici che funzionali, in quanto può alleviare i problemi fisici e psicologici causati da un seno troppo grande.
Vorremmo illustrarti quali sono le motivazioni che spingono a scegliere la riduzione del seno, come si svolge l’intervento, quali sono i rischi e le complicazioni possibili, e cosa aspettarsi nel post-operatorio. Inoltre, risponderemo ad alcune domande frequenti riguardanti i costi, le modalità di accesso e la durata dell’operazione.
Perché fare la riduzione del seno?
Se stai valutando e desiderando una riduzione del seno, le motivazioni possono essere molto personali. Forse rientrano tra le più comuni che ti elenchiamo ora:
- Il disagio fisico: un seno troppo grande può causare dolori al collo, alla schiena e alle spalle, difficoltà respiratorie, irritazioni cutanee sotto il seno, problemi posturali e limitazioni nell’attività fisica;
- Il disagio psicologico: un seno troppo grande può influire negativamente sull’autostima, sull’immagine di sé e sulle relazioni sociali. Alcune donne possono sentirsi a disagio con il proprio corpo, avere difficoltà a trovare abiti adatti o subire commenti indesiderati;
- L’invecchiamento: con il passare degli anni, il seno tende a perdere tonicità ed elasticità, a causa dei cambiamenti ormonali, delle gravidanze, dell’allattamento e della forza di gravità. Questo può portare a una caduta del seno (ptosi mammaria) e a una perdita di armonia con il resto del corpo.
Come si svolge l’intervento di riduzione del seno?
L‘intervento di riduzione del seno si svolge in anestesia generale e dura circa due-tre ore, a seconda della quantità di tessuto da asportare e della tecnica utilizzata. Esistono diverse tecniche chirurgiche per la riduzione del seno, che si differenziano per il tipo e la lunghezza delle incisioni, la posizione e la forma dell’areola e del capezzolo, e il grado di riduzione ottenibile. Le tecniche più comuni sono:
- La tecnica a T invertita o a cicatrice a ancora, che permette di rimuovere una grande quantità di tessuto e di correggere una forte ptosi mammaria, ma lascia delle cicatrici più evidenti e può compromettere la sensibilità dell’areola e del capezzolo;
- La tecnica a L o a cicatrice verticale, che permette di rimuovere una quantità moderata di tessuto e di correggere una moderata ptosi mammaria, lasciando delle cicatrici meno evidenti e preservando meglio la sensibilità dell’areola e del capezzolo;
- La tecnica a cicatrice periareolare, che permette di rimuovere una piccola quantità di tessuto e di correggere una lieve ptosi mammaria, lasciando delle cicatrici quasi invisibili e preservando al massimo la sensibilità dell’areola e del capezzolo.
Quali sono i rischi e le complicazioni della riduzione del seno?
Come ogni intervento chirurgico, anche la riduzione del seno comporta dei rischi e delle complicazioni possibili, anche se rari se eseguito da un chirurgo qualificato in una struttura adeguata. Tra i rischi generali, ci sono:
- Le reazioni avverse all’anestesia generale, come nausea, vomito, mal di testa o difficoltà respiratorie;
- Le infezioni delle ferite o dei tessuti interni, che possono richiedere l’uso di antibiotici o ulteriori interventi;
- Le emorragie o gli ematomi (accumuli di sangue) nel seno, che possono richiedere l’aspirazione o il drenaggio;
- Le trombosi venose profonde (TVP) o le embolie polmonari (EP), ovvero la formazione di coaguli di sangue nelle vene delle gambe o dei polmoni, che possono causare gravi problemi cardiovascolari o respiratori. Per prevenirle, è importante muovere le gambe dopo l’intervento e assumere dei farmaci anticoagulanti se prescritti.
Possibili complicazioni
Tra le complicazioni specifiche della riduzione del seno, ci sono:
- Le alterazioni della sensibilità dell’areola e del capezzolo, che possono essere temporanee o permanenti;
- Le alterazioni della forma o della simmetria del seno, che possono essere dovute a una cicatrizzazione anomala o a una perdita di volume eccessiva;
- Le difficoltà o l’impossibilità di allattare, in quanto la riduzione del seno può danneggiare i dotti lattiferi o le ghiandole mammarie. Tuttavia, alcune tecniche chirurgiche preservano meglio la funzionalità del seno e consentono di allattare in futuro.
Cosa aspettarsi dopo l’intervento?
Dopo l’intervento di riduzione del seno, è normale avvertire dolore, gonfiore, ecchimosi (lividi) e tensione nel seno, che si attenueranno gradualmente nel giro di qualche giorno o settimana. Per alleviare i sintomi, il chirurgo prescriverà dei farmaci antidolorifici e antinfiammatori, e consiglierà di applicare dei ghiaccioli o dei cubetti di ghiaccio sul seno per i primi giorni.
Il risultato finale della riduzione del seno si apprezza dopo circa sei mesi dall’intervento, quando il seno ha raggiunto la sua forma definitiva e le cicatrici si sono sbiancate. Il risultato è in genere duraturo nel tempo, a meno che non ci siano variazioni di peso significative o nuove gravidanze.
Domande frequenti sulla riduzione del seno
Quanto costa per diminuire il seno?
Il costo della riduzione del seno varia in base alla tecnica chirurgica utilizzata, alla quantità di tessuto da asportare, alla qualificazione del chirurgo e alla struttura ospedaliera. In media, il costo si aggira tra i 4000 e i 7000 euro.
Quando la riduzione del seno è mutuabile?
La riduzione del seno è mutuabile, ovvero detraibile dalle tasse, se si tratta di un intervento di natura medica e non estetica. Per usufruire della detrazione fiscale del 19% sul costo dell’intervento, bisogna presentare la dichiarazione dei redditi con il modello 730 o il modello Unico, allegando la documentazione medica che attesti la necessità dell’intervento e la ricevuta fiscale del pagamento.